Alle 14.10 del 13 febbraio 2013 il CNAM chiudeva i battenti. A oggi, per sempre. In quell’ultima seduta l’organo aveva espresso pareri contrari, tra gli altri, rispetto a piani di studio dell’Accademia Italiana di Arte, Moda e Design di Firenze, Saint Louis College of Music di Roma, Accademia di Belle Arti Legalmente Riconosciuta ABADIR di San Martino alle Scale (PA), Accademia di Belle Arti Legalmente Riconosciuta Santa Giulia di Brescia.

Aveva inoltre rimarcato  «l’assenza di norme che permettano una oggettiva valutazione dell’offerta formativa delle istituzioni che chiedono l’autorizzazione a rilasciare titoli di alta formazione artistica, musicale e coreutica, norme ancora in itinere e previste dal regolamento per l’avanzamento del sistema AFAM che disciplina la programmazione, il riequilibrio e lo sviluppo del sistema stesso, nonché le procedure per il reclutamento del personale, ai sensi dell’art.2, comma 7, lettere g) ed e) della legge 508/99, norme che favorirebbero l’accreditamento di istituzioni non statali all’interno di una programmazione dello sviluppo del sistema dell’Alta Formazione in una condizione di maggior certezza normativa».

Qui quell’ultimo verbale.

Una posizione assai ragionevole, ci pare, ma che probabilmente è stata giudicata d’intralcio da parte di qualcuno. Nel frattempo e nelle more le istituzioni private accreditate sono diventate ben 34…

Nel 2015 una petizione sul CNAM ha raccolto 2099 firme di docenti AFAM, ma non è bastato. Da lì, solo chiacchiericcio. Manifestazioni di intenzioni, qualcuno addirittura si confuse, credeva di averlo persino ricostituito.

Va detto, a onor del vero, che dopo l’inadempienza della Ministra Fedeli, nemmeno il Ministro Bussetti è riuscito, dopo nove mesi di governo, a partorire un’idea di organo. Naturalmente non abbiamo mai pensato che i fatti siano più importanti dei pensieri, anzi. Meno fatti e più parole pensanti, naturalmente. Tuttavia, una volta che il pensiero si è consolidato, coagulato, rappreso, costituito, che senso ha dire «Adesso ricostituiamo il CNAM, ora lo facciamo, ecco, sto respirando, lo ripristiniamo, ora il mio cuore batte, lo sento, è arrivato il momento di farlo, sto dormendo, lo sento, ho intenzione di ricostituire il CNAM»? E fatelo, no? Che ci facciamo con questa inutile e sterile descrizione delle proprie intenzioni e delle proprie funzioni metaboliche da parte della politica? Che senso ha dopo sei anni?

In quell’ahimè lontano 2013, appena due settimane prima della mancata proroga del CNAM e della sua inevitabile dipartita, il MIUR aveva ritenuto invece, pur con altri più circoscritti compiti, beninteso, di riconoscere la costituzione della Conferenza dei Direttori, creando quell’assetto monco e ambiguo che perdura, diremmo ormai, fino ai giorni nostri.

Nello scorso novembre questo sito ha scritto a tutti i parlamentari di Camera e Senato componenti le Commissioni Cultura e Istruzione, chiedendo di sollecitare presso il Ministro la ricostituzione del “carrozzone”. Nessuno ha ritenuto di agire in tal senso, e ne prendiamo atto.

Forse, dopo sei anni, sarebbe più serio e onorevole, una buona volta, abrogare l’art. 3 della Legge 508.

 

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