Questo sito, che ha preso le mosse nel 2016 dall’iniziativa spontanea di alcuni docenti di diversi Conservatori italiani, non è nato da rivendicazioni, né vuole rappresentarle; nemmeno quella forse del tutto comprensibile e perdonabile all’esser-ci. Se ci siamo persi nel groviglio di esistenze personali e professionali, se abbiamo lasciato fare ad altri per noi, in fondo è stata in gran parte responsabilità nostra, della nostra sfiducia, e forse anche un po’ di quell’individualismo che è talvolta il lascito peggiore e imprevedibile di una formazione musicale.

Qualcosa sembrerebbe davvero invitarci a uno sguardo più attento, a non rassegnarci allo stigma di minorità cui (ci) siamo condannati tanto all’interno del sistema formativo quanto poi nella società, e a trasformarlo anzi nell’origine di un tentativo del tutto nuovo di farci moltitudine. Di qui la necessità di collaborare, interloquire e interagire con tutti gli altri soggetti attivi nel settore della formazione musicale, per riprenderci anche nostre forme di rappresentanza (affatto diverse da quelle sindacali) che la cabina di regia oggi sembra non gradire affatto, considerandole sostanzialmente un impiccio o un intralcio; quelle forme di rappresentanza che si sono sfarinate un po’alla volta, e che oggi sono del tutto e pericolosamente assenti.

Dopo anni in cui il refrain è stato quello dell’attesa, e proprio ora che qualcosa sembra confusamente muoversi, crediamo che tentare di delineare un nuovo orizzonte per un intero sistema formativo e per una classe docente costretta a considerare giovani i cinquantenni sia un nostro preciso e urgente dovere. Lo dobbiamo anche a tutti quelli che, colleghi o non ancora, giovani lo sono ancora per davvero.