Con la proposta di legge 1578 presentata il 6 febbraio scorso dai deputati Morelli, Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan (Lega ), Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana, accanto al riconoscimento della «musica italiana come patrimonio artistico e culturale della Repubblica» si chiede di introdurre l’obbligo per le emittenti radiofoniche di dedicare almeno un terzo della propria programmazione alla produzione musicale italiana.

L’impressione, almeno a sentire alcune dichiarazioni dei proponenti, è che questa finora impensabile autarchia musicale abbia come obiettivo la tutela della produzione di Al Bano, Gigi D’Alessio, e Nino D’Angelo; ma, scritta così, finirà mica magari  per intervenire anche sulla diffusione dell'”altra musica” (quella che non riusciamo neppure più a definire)? Più Donizetti e meno Beethoven? Più Montemezzi e meno Ravel? E soprattutto: Pick-Mangiagalli e Tartini saranno considerati pienamente italiani dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni?

https://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2019/02/Schermata-2019-02-19-alle-17.36.03.pnghttps://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2019/02/Schermata-2019-02-19-alle-17.36.03-150x150.pngRedazioneCronacaCon la proposta di legge 1578 presentata il 6 febbraio scorso dai deputati Morelli, Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan (Lega ), Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana, accanto al riconoscimento della «musica italiana come patrimonio artistico e culturale della Repubblica» si chiede...