(RELAZIONE PRESENTATA ALLA CONFERENZA DEI DOCENTI DI CONSERVATORIO IL 6 GIUGNO 2017 PRESSO IL CONSERVATORIO «G. VERDI» DI MILANO DAL COORDINAMENTO NAZIONALE DEI DOCENTI DI ARPA)

 

Si ringraziano per la collaborazione, consultazione e confronto i colleghi docenti di Arpa: Gabriella Bosio, Patrizia Radici, Anna Maria Palombini, Elena Cosentino, Emanuela Degli Esposti, Laura Papeschi, Anna Loro, Francesca Tirale, Ester Gattoni, Nicoletta Sanzin, Alessandra Targa, Tiziana Tornari, Alessia Luise, Antonio Ostuni, Donata Mattei, Lucia Di Sapio, Lucia Bova, Sara Simari, Tiziana Loi, Mariachiara Fiorucci, Isabella Mori, Valentina Meinero, Francesca La Carruba, Alice Belardini, Irene Lucco, Eva Perfetti, Alessandra, Penitenti, Michela Marcacci, Federica Mancini, Patrizia Tassini, Davide Burani, Vania Contu, Simona Carrara, Elena Gorna, Cristiana Passerini, Alice Caradente, Cristina Ghidotti, Eddy De Rossi, Maria Rosa Fogagnolo, Paloma Tironi, Katia Catarci, Nazarena Recchia, Sara Terzano, Valentina Milite, Veronica Pucci, Dabbah Awalon, Elisabetta Ghebbioni, Paola Testa, Adriana Avventino, Antonella Zucchetti, Eva Randazzo, Alessandra Trentin, Roberta Alessandrini, Paloma Tironi, Valerio Nicosia, Rocchina Pace, Valentina Rosso, Chiara Imbriani, Chiara Brun.

 

Premessa

Questo documento è frutto del confronto trasversale dei docenti di Arpa delle Scuole medie a indirizzo musicale, Licei musicali, Conservatori statali di Musica, Istituti Musicali Pareggiati con dati provenienti da tutto il territorio nazionale.

Con questo testo il Coordinamento Nazionale dei docenti di Arpa intende fotografare la situazione attuale per proporre soluzioni volte al miglioramento dell’attuazione della riforma e del Decreto Legislativo del 23 aprile 2017 n. 60 (Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera g), della legge 13 luglio 2015, n. 107, GU Serie Generale n.112 del 16-5-2017 – Suppl. Ordinario n. 23)

Le maggiori criticità emerse da questo confronto riguardano la diffusione sul territorio nazionale di classi con tutti gli strumenti d’orchestra e la mancanza di percorsi formativi coerenti e professionalizzanti.

Dall’analisi che segue appare evidente come si sia snaturato il senso della riforma 508/99 e che anche il recente Decreto Legislativo del 23 aprile 2017 n. 60 (Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività) prosegua nella direzione della divulgazione della musica nelle scuole di ogni ordine e grado, senza garantire la possibilità di un percorso di formazione professionalizzante all’interno della Scuola Pubblica.

Sulla scorta dei dati emersi si può affermare che questa riforma ha parzialmente prodotto dei risultati solo su strumenti come pianoforte, chitarra e percussioni. Il diritto allo studio di altri strumenti musicali sancito dagli articoli 3, 4 e 33 della Costituzione italiana non è tutelato. Allo stato attuale c’è un altissimo rischio di delegare alle scuole private la formazione musicale italiana di strumenti meno popolari come arpa, fagotto, corno, viola, contrabbasso.

 

Analisi dei dati raccolti (tabella 1 allegata)

Dall’analisi dei dati raccolti si nota la poca diffusione dell’Arpa nel territorio nazionale all’interno del sistema delle scuole pubbliche (medie e licei musicali). Ne consegue una bassissima ed esigua affluenza ai conservatori con il risultato di un basso profilo di accesso.

Nel 2017 sul territorio Nazionale sono presenti 31 cattedre alle SMIM, 45 ai licei delle quali moltissime di poche ore, visto l’esiguo numero di allievi provenienti dalle SMIM. Per contro le cattedre di Arpa nei Conservatori sono 58 e rilevo dalle colleghe che pochissimi studenti iscritti ai corsi pre accademici o accademici degli ultimi 5 anni sono di provenienza da SMIM (in tutto 22 ) o dai Licei (in tutto 4). I dati con numeri maggiori derivano dalle medie o licei annessi al Conservatorio.

Rispetto a un censimento di circa dieci anni fa su base nazionale le percentuali di presenza di classi di Arpa sul territorio nazionale risultano invariate: le analisi dei dati registrano lo 0,4% di presenza di scuole medie a indirizzo musicale con Arpa su territorio nazionale e la maggiore ubicazione è al Sud. Si evidenziano inoltre zone con la totale assenza dell’insegnamento di questo strumento.

Proseguendo con l’indagine si rileva che l’utenza delle SMIM spesso non sceglie il percorso musicale per fini professionali e che i percorsi didattici presso le SMIM non sono professionalizzanti. Le famiglie che scelgono l’indirizzo musicale per il figlio spesso lo fanno per avvicinarlo a uno strumento musicale e per consentirgli di fare un’esperienza di tipo musicale. Spesso tale scelta è motivata dal fatto che la sezione musicale ha un utenza più selezionata. Dalle statistiche risulta che in genere difficilmente lo studente ha avuto approcci musicali antecedenti. Alla fine del percorso solo il 10% degli studenti manifesta l’interesse a proseguire gli studi presso il Liceo Musicale o il Conservatorio ma spesso il livello di accesso è troppo basso per proseguire.

I docenti delle SMIM segnalano che, dovendo programmare settimanalmente delle lezioni di gruppo, avendo a che fare con studenti che devono ancora acquisire le abilità tecniche associate ad una indipendenza di studio, durante le lezioni individuali fanno fatica a svolgere un programma di avanzamento tecnico individuale poiché devono utilizzare il tempo a insegnare le parti di orchestra. Il livello di uscita dalla terza media corrisponde a un I/II anno del periodo Base dei corsi pre-accademici presenti in molti Conservatori.

Basandosi sui dati dei sondaggi rilevati e sopra esposti, per garantire il sistema professionale oggi istituito presso i Conservatori e riconosciuto come valido e professionalizzante da tutte le maggiori istituzioni europee e internazionali, solo per l’arpa bisognerebbe istituire 750 cattedre nelle medie a indirizzo musicale su tutto il territorio nazionale e circa 150 nei licei musicali.

 

Analisi della situazione nel liceo musicale

L’utenza del liceo musicale è varia: oltre alla scelta implicita del proseguire o iniziare un percorso musicale si possono trovare anche studenti che scelgono questo percorso pensando che sia più leggero. Non essendoci un requisito di livello medio come competenze d’ingresso, spesso gli utenti cominciano da zero il percorso musicale. Le cattedre di arpa presenti sul territorio nazionale non sono quasi mai complete e spesso l‘arpa viene scelta come secondo strumento.

Come risulta dal rapporto 2016 sui Licei Musicali e Licei Coreutici italiani solo il 27,6 % degli studenti che escono dal Liceo e s’iscrivono in Conservatorio sono al livello d’ingresso di quest’ultimo. Se rapportato all’esiguo numero d’iscritti di arpa, questo dato spiega la sofferenza di questo strumento.

 

Sintesi delle problematiche emerse

– 31 cattedre di arpa nelle SMIM = (31 x 6) 186 studenti in uscita ogni anno. Solo il 10 % prosegue gli studi musicali dunque solo 19 studenti in tutta Italia;

– 45 cattedre di arpa nei licei musicali con pochi iscritti. Se si diploma uno studente ogni anno ci sono 45 studenti di arpa dei quali solo il 60% entra nei conservatori. Ogni anno s’iscriveranno 27 allievi di arpa in tutta Italia. Tuttavia i dati degli ultimi cinque anni raccolti sulla situazione Arpa parlano di una decina d’iscrizioni in arpa provenienti dai licei musicali nel quinquennio;

– tutti i docenti delle scuole di ogni ordine e grado lamentano la mancanza di sinergia tra le istituzioni e la mancanza di collegamento d’intenti e percorsi;

– si constata l’assenza di filiera sul territorio (sono presenti pochissime medie con Arpa e pochi allievi ai Licei);

– medie e licei non hanno percorsi professionalizzanti;

– le scuole sono distribuite sul territorio nazionale senza un criterio territoriale;

 si usa l’arpa celtica anche dopo i primi anni e questo limita lo svolgimento del programma di studio e il progresso tecnico;

 

Possibili soluzioni

– l’istituzione sul territorio di corsi di tutti gli strumenti musicali in modo capillare. Come esistono le quote rosa per evitare discriminazioni nei confronti delle donne, analogamente vanno emanate delle norme speciali a tutela degli strumenti non ancora presenti nelle percentuali dovute. La distribuzione delle cattedre non dovrà più seguire criteri particolaristici ma di equa diffusione. Pertanto si chiede che presso SMIM e Licei, gli strumenti siano attivati su richiesta senza il limite di attivazione delle quattro cattedre (o otto per il Licei);

– convenzioni con le ditte per il comodato d’uso degli strumenti e affitti più economici e vantaggiosi per scuole e famiglie;

– convenzioni di SMIM e licei musicali con i conservatori (per consentire a docenti e studenti di arpa di far lezione utilizzando strumenti e spazi del conservatorio ove possibile);

– coordinamento con il Conservatorio per redigere programmi, progetti di produzione, saggi e supervisione del percorso;

– al fine di garantire la corretta continuità del percorso di studi musicali si chiede di prevedere un progetto didattico riguardante l’intera filiera della formazione musicale;

– lo stanziamento di fondi speciali per l’acquisto di strumenti musicali meno presenti nell’offerta formativa, al fine di favorirne l’attivazione;

– che l’arpa sia considerata tra gli strumenti obbligatori nella scelta del secondo strumento essendo polifonico e che sia prevista un’equa distribuzione degli iscritti sui secondi strumenti polifonici ( per coloro che suonano uno strumento monodico). Si fa presente che in questo caso il percorso potrebbe cominciare come arpa celtica.

 

Richieste al legislatore

Il coordinamento nazionale dei docenti di Arpa pur lodando la sensibilità di questo DL 60/17 volto alla divulgazione dell’arte nel territorio nazionale chiede:

– che nell’art 12 comma 1 del DL 60/17 sia così specificato: ogni istituzione scolastica secondaria di primo grado ha l’obbligo di attivare percorsi a indirizzo musicale in coerenza con l’offerta triennale formativa e secondo un’equa distribuzione degli strumenti sul territorio;

– l’istituzione di un organo super partes di coordinamento nazionale che abbia come scopo la garanzia di percorsi formativi professionalizzanti e la presenza di tutti gli strumenti nelle scuole a indirizzo musicale;

– l’istituzione di quote minime percentuali di presenza di tutti gli strumenti musicali nelle scuole secondarie, ovvero una quota percentuale che garantisca su ogni zona del nostro territorio nazionale la presenza e la distribuzione di tutti gli strumenti.

– l’istituzione di coordinamenti nazionali verticali di ogni strumento con il compito di fornire le migliori soluzioni per la stesura e realizzazione dei decreti attuativi;

— che i Conservatori in sinergia con i provveditorati abbiano il compito di monitorare la situazione cattedre di strumento del territorio di competenza all’inizio di ogni anno Scolastico . Al fine di garantire il diritto allo studio  per ogni studente che richieda l’iscrizione alle classi di strumenti non presenti sul territorio, si suggerisce  di  adottare le linee guida della nota ministeriale prot. N. 5908 del 4/10/ 2010 a firma di Bruno Civello, ex direttore generale del comparto AFAM MIUR.

La circolare con un pragmatico buon senso indicava le linee guida per gestire e garantire il percorso formativo musicale fino all’attivazione della formazione musicale e coreutica di base nell’ambito dell’istruzione primaria e secondaria. In questa ottica  autorizzava i conservatori all’attivazione di percorsi didattici che garantissero una preparazione adeguata e certificata fino a che non fosse andato a regime il nuovo assetto ordinamentale scaturito dalla legge di riforma 508 del 1999. Avendo evidenziato che ad oggi moltissimi strumenti non sono presenti nel Piano dell’Offerta Formativa delle scuole primarie e secondarie a indirizzo musicale si chiede che i Conservatorio siano autorizzati al mantenimento del suddetto percorso formativo. Solo così oggi sarebbero garantiti il diritto allo studio di qualsiasi strumento musicale previsto nei Conservatori di Musica e il diritto a una formazione musicale professionalizzante (che da sempre è prerogativa dei Conservatori), tutelando nel contempo un percorso formativo musicale non professionalizzante all’interno della scuola primaria e secondaria.

– in considerazione e nel rispetto della profonda differenza strutturale e ideologica tra il percorso divulgativo e quello professionalizzante, che vengano mantenuti entrambi i canali tramite due percorsi ben distinti che consentano all’allievo dotato di essere individuato, formato e valorizzato secondo i princìpi che animano la Costituzione Italiana (Artt. 3, 4 e 33).

 

ALLEGATI

 

Maria Elena Bovio

Coordinamento nazionale dei docenti di arpa

 

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