Con Decreto del 15 aprile scorso il Ministro dell’Università ha istituito «un tavolo permanente con il compito di favorire il costante raccordo tra il Ministero e le istituzioni del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica al fine di analizzare le problematiche di interesse, condivise dai vari attori del sistema, e individuare soluzioni finalizzate allo sviluppo del settore».

Il tavolo sarà composto da tre rappresentanti del Ministero, di cui uno individuato dall’Ufficio di gabinetto e due dalla Direzione generale per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica, nonché dai presidenti delle Conferenze dei presidenti e dei direttori delle istituzioni Afam.

Il tavolo potrà poi istituire gruppi di lavoro per specifiche tematiche, ai quali possono essere invitati a partecipare esperti nelle materie di riferimento, nonché i rappresentanti delle associazioni del settore delle istituzioni Afam non statali, i presidenti delle Conferenze dei presidenti delle consulte degli studenti delle accademie di belle arti e degli istituti superiori delle industrie artistiche e dei presidenti delle consulte degli studenti degli istituti superiori di studi musicali, oltre ai presidenti delle consulte degli studenti dell’Accademia nazionale di danza e dell’Accademia nazionale di arte drammatica, o loro delegati.

Direttori, Presidenti, rappresentanti delle istituzioni private e studenti. Ci pare proprio che non manchi nessuno.

Sembrano davvero ormai lontani i tempi dell’utopia (pur imperfetta e interrotta) degli Stati Generali, i tempi di un linguaggio che intendeva almeno negli assunti ri-porre sul tavolo la questione di una partecipazione di tutte le componenti del mondo Afam all’interlocuzione con il Governo e con il Ministero. Con il Decreto di due settimane fa ci pare di tornare alle modalità inaugurate da precedenti ministri e ministre, a quel 2013 che vide in poche settimane la sepoltura del CNAM e la nascita, oltreché delle Conferenze riconosciute, di una miriade di Tavoli, Gruppi di Lavoro e Commissioni.

Ci auguriamo che il tavolo serva davvero a individuare soluzioni, nel chiaro riconoscimento dei ruoli di chi vi partecipa. Ci auguriamo pure, però, che la sua istituzione non distolga né dissuada il Ministro dell’Università e della Ricerca dal portare a termine il processo che il precedente Governo e l’attuale Parlamento avevano almeno apparentemente concluso attorno alla ricostituzione del CNAM (https://www.docenticonservatorio.org/wp-admin/post.php?post=9197&action=edit).

Ci permettiamo, tuttavia, di dubitarne. Nemmeno l’ex Ministro Fioramonti in persona era infatti riuscito, nel suo pur breve mandato, a licenziare definitivamente un atto che aveva pur concluso il suo iter parlamentare, e che del Fioramonti Vice-Ministro aveva ricevuto persino l’autorevole parere positivo alla Camera il 23 luglio scorso (ricorderete la nostra consultazione e i risultati ottenuti in Commissione). Segno evidente che le ragioni della mancata emanazione e pubblicazione di quel Regolamento andrebbero probabilmente ricercati su piani diversi, non strettamente “politici” e a noi del tutto ignoti.

Come docenti del settore AFAM speriamo, si diceva, che il tavolo svolga la  funzione per cui è stato istituito, magari in maniera limpida e la più possibile “pubblica”; speriamo anche di non dover rimanere sotto al tavolo ancora a lungo, perché laggiù si sta davvero un po’ stretti. 

 

 

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