Patrizia Florio (docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale e Vicepresidente IAML Italia) commenta le conversioni delle cattedre di Bibliografia e Biblioteconomia musicale 

I conservatori di musica fanno ormai parte del Ministero dell’Università e della Ricerca, rilasciano titoli di studio di primo e secondo livello e a breve potranno attivare dottorati di ricerca. Ma come si può pensare alla ricerca senza che vi siano biblioteche aggiornate, strutturate e funzionanti? I conservatori hanno al loro interno biblioteche che in molti casi possiedono un patrimonio musicale che tutto il mondo ci invidia, ma a gestirlo c’è solo un bibliotecario o quasi: il docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale (CODM/01) e al più un collaboratore appartenente all’area amministrativa (area terza o seconda) e/o coadiutori.

Dalla Legge di riforma n. 508/1999 gli organici dei conservatori sono bloccati e ogni anno le istituzioni sono chiamate a ridefinire la loro offerta formativa, rimodulando l’organico e attuando conversioni delle cattedre che restano libere. Un meccanismo che apre a nuove opportunità, ma nello stesso tempo provoca forzatamente una diminuzione di organico nei settori disciplinari oggetto di conversione. Negli ultimi anni non si sono salvate neanche le cattedre uniche e abbiamo assistito a diverse conversioni di cattedre di Bibliografia e Biblioteconomia musicale (CODM/01); di conseguenza le biblioteche sono rimaste in diversi casi prive di una guida. La più recente conversione è avvenuta al Conservatorio di Trieste che ha esercitato un blocco parziale della cattedra. Lasciano molte perplessità anche le motivazioni addotte che si appellano alla “residualità dell’impegno di docenza previsto” e all’ipotesi dell’ampliamento dell’organico previsto dalla Legge di bilancio 2021 che potrebbe rendere possibile l’istituzione della figura del direttore di biblioteca “con adeguate competenze di biblioteconomia” (delibera C.d.A del 27/04/2021).

È del tutto evidente che, per valutare il ruolo del docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale, non ci si può basare esclusivamente sul numero di studenti e di corsi attivati, poiché il docente di Bibliografia e Biblioteconomia eroga attività didattica e formativa continuamente all’interno della biblioteca e diffusamente a favore di tutti gli studenti che vi si recano per motivi di studio e ricerca. Gran parte dell’attività didattica si svolge quindi di fatto all’interno della biblioteca.

La bibliomediateca “Vito Levi” del Conservatorio di Trieste, nata nel 1902, è conosciuta come il più grande centro di ricerca specializzato in ambito musicale della regione Friuli-Venezia-Giulia: ha un patrimonio di oltre 40.000 volumi, consente di consultare i più importanti repertori on-line, le principali riviste musicali e audioregistrazioni di rilevanza storica e contemporanea. L’organizzazione e l’efficienza dei servizi è nota a musicisti e studiosi, così come l’attività di ricerca svolta con il coordinamento del docente bibliotecario mirata alla valorizzazione del patrimonio: ne è un esempio il recente progetto di collaborazione internazionale con la Slovenia tARTini (Turismo culturale all’insegna di Giuseppe Tartini) che promuove l’eredità culturale del celebre compositore. Progetti di così ampio respiro nascono sicuramente grazie alla proficua collaborazione che ha unito gli organi istituzionali del conservatorio e il docente bibliotecario, nel caso specifico il Prof. Paolo Da Col. Con la conversione della cattedra, invece, non solo si sottrae una guida alla biblioteca, ma mancherà anche l’indispensabile coordinamento con il personale a contratto che finora ha collaborato alla catalogazione e alla gestione dei servizi e, non ultimo, verrà meno un importante centro propositivo per la realizzazione di progetti di ricerca. Perché allora modificare una organizzazione che negli anni ha dato ottimi risultati? Perché attendere l’eventuale istituzione di una figura di tecnico-amministrativo che peraltro dovrebbe essere meglio intesa non come alternativa, ma complementare alla figura del docente di Bibliografia? Si tratta di nuovi profili di competenza e conoscenza del tutto diversi, che è necessario integrare e non porre in sostituzione. La ratio dovrebbe essere quella di tendere a un “oltre” e non a un “invece di”. Le biblioteche musicali necessitano di competenze di altissimo livello,  sia in campo bibliotecario sia  musicale, che non potranno essere richieste al personale con qualifica EP1: lasciare la gestione della biblioteca solo all’area amministrativa comporterebbe un impoverimento degli studi e delle competenze nel settore, uno scostamento della biblioteca dall’area didattica con gravi conseguenze per la tutela e valorizzazione dei patrimoni musicali e per l’intero sistema dell’Alta Formazione Musicale, che invece non può rinunciare a questa specifica area di ricerca e competenza professionale.

La presenza del docente bibliotecario (CODM/01) –figura in possesso di formazione culturale, scientifica, metodologica, tecnica in ambito bibliografico, biblioteconomico e musicale– ha fino ad oggi assicurato il funzionamento delle biblioteche e il dialogo con la didattica del conservatorio, impegnandosi a progettare e sviluppare le raccolte, studiare e valorizzare le collezioni, nonché garantire l’osmotica crescita della biblioteca e dell’istituzione di appartenenza. In alcuni conservatori tale ruolo tende però ad essere minimizzato e svalutato in ossequio ad una presunta esigenza di efficientamento dei servizi.

Prima di Trieste altri conservatori si sono già incomprensibilmente privati del bibliotecario: Lecce, La Spezia, Benevento, Firenze, Brescia, Ferrara. La cosa grave è che solo a Lecce e a Brescia la biblioteca è affidata quanto meno a collaboratori di biblioteca; gli altri conservatori, invece, non hanno neppure integrato altro personale nelle biblioteche. Il Conservatorio di La Spezia da anni è privo di personale con competenze biblioteconomiche, ma nel sito è presente un regolamento in cui sono elencati funzioni e doveri del bibliotecario… che non esiste nella pianta organica! (Regolamento di biblioteca del Conservatorio di La Spezia approvato dal C.d.A. del 7/4/2016). Non è secondario inoltre ricordare che queste soppressioni e conversioni di figure e ruoli spesso non rispettano neppure le indicazioni degli stessi statuti d’autonomia dei conservatori e danneggiano le biblioteche, la didattica, i patrimoni. Le linee guida per l’accreditamento di nuovi corsi di diploma di I livello dell’ANVUR, inoltre, considerano la biblioteca “fulcro di ogni istituzione della formazione superiore” e ne definiscono requisiti minimi di strutture, servizi e personale che risulterebbero inadeguati per molti conservatori.

Il Conservatorio di Benevento nel 2018 ha addirittura convertito la cattedra di un qualificato docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale in un assistente di biblioteca (TA area II) in possesso del semplice diploma di maturità (delibera C.d.A. del 11/05/2018), ma a tutt’oggi non è stato ancora bandito il concorso. Il Conservatorio di Firenze nel 2019 con un tortuoso percorso di conversioni ha di fatto rinunciato alla cattedra CODM/01 e introdotto il direttore di biblioteca con l’intenzione di “rilanciare la biblioteca storica del Conservatorio, specializzata nel settore musicale e musicologico, attraverso un nuovo modello di gestione” (delibera C.d.A. del 22/05/2019), ma ancora oggi nessun concorso è stato bandito. Allo stesso modo, a Ferrara alla conversione non è seguita nessuna integrazione di personale (delibera C.d.A. del 07/07/2020). Il risultato di questi provvedimenti è quindi che sulla carta e in teoria le istituzioni stabiliscono di affidare le biblioteche a profili di area amministrativa, ma nei fatti, nella maggior parte dei casi alle conversioni non è seguita alcuna procedura di reclutamento di personale da adibire alla biblioteca: il risultato è quindi solo un impoverimento dei servizi di supporto allo studio.

Anche a Milano, dove il patrimonio di eccezionale valore storico giustificava la presenza di due docenti di Bibliografia e Biblioteconomia musicale e un collaboratore di biblioteca, si è preferito sostituire a un docente la figura di un secondo collaboratore di biblioteca; nelle motivazioni si precisa che “con specifico riferimento, poi, alla gestione della biblioteca, si evidenzia come un Collaboratore garantirebbe la propria presenza lavorativa per n. 36 ore settimanali, il triplo rispetto a un docente (12 ore settimanali, comprese le ore di docenza)”(delibera C.d.A. del 01/07/2020). Appare chiaro che se la valutazione dell’utilità di specifiche qualifiche professionali si riduce in termini di ore di presenza e non di competenza e specializzazione, si tratta veramente di un problema culturale che può solo danneggiare le istituzioni AFAM.

È evidente che in una biblioteca funzionante deve esserci personale che assicuri la distribuzione e l’apertura al pubblico, ma nello stesso tempo è ovviamente necessaria la competenza di personale specializzato dimensionato in base al patrimonio della biblioteca. Anche la IAML Italia, l’Associazione Italiana delle biblioteche, archivi e centri di documentazione musicale, è più volte intervenuta per sensibilizzare sul problema della carenza di personale all’interno delle biblioteche dei conservatori e sulla ingiustificata conversione di cattedre. L’associazione si è espressa inoltre sulla definizione dei profili bibliotecari, compreso quello di direttore di biblioteca, presente nel contratto da alcuni anni, ma che solo ora, con la Finanziaria 2021, sembra sia stata integrata negli organici, anche se manca completamente la definizione di requisiti, funzioni e indicazioni sul reclutamento (cfr. i documenti attualmente in evidenza nel sito http://www.iamlitalia.it/ ). In questo contesto non è superfluo ricordare che la Legge finanziaria fa riferimento al direttore di biblioteca per tutte le istituzioni AFAM e le valutazioni devono essere molto differenti tra accademie e conservatori; nel primo caso sono sufficienti competenze biblioteconomiche, mentre per i conservatori si tratta di biblioteche specializzate in cui le competenze biblioteconomiche devono essere necessariamente integrate da competenze musicali. Se si affidano le biblioteche all’area TA non bisogna inoltre sottovalutare il rischio che tale personale possa avere mobilità dall’area amministrativa e dalla segreteria all’area delle biblioteche.

La IAML Italia ha anche collaborato a un progetto di ricerca del Dipartimento di Scienze del patrimonio culturale dell’Università di Salerno e i risultati sono confluiti nel volume Le biblioteche dell’Alta formazione musicale: prove di monitoraggio e valutazione di Giovanni Di Domenico (Ledizioni, 2020), in cui si fa il punto su patrimonio e offerta documentaria, servizi e livello di erogazione, espressioni culturali, impatto sulla comunità di studio e di ricerca e sui cittadini, tutte informazioni fondamentali per programmare un reale miglioramento dei servizi.

Sugli organici delle biblioteche si è pronunciata su proposta dell’on. Michele Nitti anche la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, nella risoluzione 8-00045 del 23 ottobre 2019, che ha individuato la necessità di assicurare a tutti gli Istituti Superiori di Studi Musicali un docente di Bibliografia e Biblioteconomia CODM/01 e di attivare al contempo figure di personale tecnico bibliotecario di vario profilo con competenze specialistiche adeguate alla ricchezza e importanza dei patrimoni custoditi e al numero dei docenti e studenti dell’istituzione.

Il trend negativo che ha colpito molte istituzioni non riguarda però tutti i conservatori: alcuni, anzi, hanno saputo leggere l’importanza del lavoro dei docenti bibliotecari nell’attività didattica, di ricerca e valorizzazione del patrimonio. Anche in tempo di pandemia hanno lavorato per attivare e far conoscere tutte le opportunità che la rete offriva per continuare a utilizzare servizi digitali da remoto come ausilio allo studio e alla ricerca, disponibili grazie anche a iniziative di solidarietà digitale. Alla ripartenza la sfida di molte istituzioni è stata la creazione di biblioteche digitali che rispondano alle nuove istanze di ricerca e di studio in campo musicale e in molti conservatori sono state attivate risorse digitali (database, repository, periodici online, ecc.), strumenti di lavoro e di studio indispensabili per competere con il panorama dell’alta formazione musicale a livello internazionale.

Alcuni conservatori con patrimoni importanti e significativi hanno saputo cogliere le potenzialità e la ricchezza che le biblioteche potevano offrire: Napoli (delibera C.d.A del 08/07/2021) e Palermo (delibera C.d.A del 30/04/2021) hanno optato per potenziare l’organico delle loro biblioteche con l’aggiunta del secondo docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale per conciliare le istanze di supporto allo studio e di valorizzazione di patrimoni inestimabili.

La biblioteca di un conservatorio è una infrastruttura strettamente funzionale all’attività didattica, di ricerca e di produzione artistica, poiché i progetti di valorizzazione del patrimonio sono sempre legati all’acquisizione di conoscenza, alla rivalutazione delle proprie tradizioni storiche e musicali e contribuiscono allo sviluppo del pensiero critico fondamentale per la formazione degli studenti.

Allo stato attuale però, la situazione di deriva che si sta verificando in alcune istituzioni provoca una diversa offerta formativa tra i conservatori sul territorio nazionale, laddove il diritto allo studio –garantito dal supporto di biblioteche efficienti e caratterizzate dalla presenza del docente CODM/01– deve essere di pari livello e qualità per gli studenti di tutti i conservatori italiani.

Di fronte alla rivalutazione del ruolo della biblioteca in tutti gli ambiti della cultura e alle prese di posizione della comunità degli studiosi, degli addetti ai lavori, degli organi parlamentari ci si chiede: l’autonomia delle istituzioni può andare a ledere i diritti degli studenti? Non dovrebbe piuttosto implementare l’offerta rendendola più qualificata e adeguata ai livelli attesi e richiesti dall’Alta Formazione Musicale?

Patrizia Florio

Docente di Bibliografia e Biblioteconomia musicale, Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza

Vicepresidente IAML Italia, Associazione Italiana delle biblioteche, archivi e centri di documentazione musicale

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