Intervento presentato a Milano il 6 giugno 2017 in occasione dell’incontro “Prospettive per l’AFAM”.

Il titolo dell’intervento volutamente provocatorio sottolinea come venga ahimè considerata l’alfabetizzazione musicale che sebbene rivesta un ruolo preponderante nella formazione del musicista spesso è vista con diffidenza o come perdita di tempo perché l’importante è” saper muovere le dita”. Ma così non è non si può eseguire senza saper leggere la musica, esprimere la ritmica, saper ascoltare e decodificare quanto si ascolta e quanto si va ad eseguire; insomma l’apprendimento del linguaggio musicale e l’esercizio di questo apprendimento in tutte le sue sfaccettature sono la premessa per qualsiasi pratica musicale. Sebbene questa premessa sia una ovvietà, così di fatto non viene considerata, tanto da essere molto spesso una pratica non attuata in molte scuole di musica, ad esempio nelle scuole medie ad indirizzo musicale dove molto spesso a questo apprendimento viene sostituita la pratica della musica d’insieme altrettanto utile ma non sostitutiva dell’apprendimento della lettura ritmica, parlata cantata e tutto il l’insieme delle acquisizioni di Ear training.

La formazione di base per l’alta formazione nella fascia pre accademica è stata sino adesso – e lo sarà ancora per poco – prerogativa dei Conservatori, questo ha garantito che nell’alta formazione accedessero gli studenti in possesso di un elevato grado di alfabetizzazione musicale. Ma tutto ciò a breve non sarà più possibile ecco quindi che una certa preoccupazione per il vuoto che si prospetta c’è e diversi sono gli interrogativi che si pongono: chi si occuperà di questa formazione ? con quali competenze? Diciassette anni di attività ed esperienza – tanti sono quelli trascorsi dall’entrata in vigore della Riforma – con i nuovi programmi di Teoria ritmica e percezione hanno fatto si che molte pratiche si consolidassero e stabilizzassero e adesso chi ne prenderà l’eredità ?

La risposta potrebbe essere i licei musicali, ma siamo sicuri che questi siano tutti ad oggi professionalizzanti e adatti a svolgere questo compito? Il loro numero sul territorio nazionale è adeguato a soddisfare la domanda di accesso ai Conservatori? Per coloro che invece avessero scelto o volessero scegliere un altro tipo di liceo e contemporaneamente intraprendere lo studio di uno strumento e solo successivamente iscriversi ad un Conservatorio, quali scuole potrebbero garantirne una preparazione di qualità? Le scuole civiche e le scuole private (compreso l’insegnamento privato) svolgerebbero il ruolo che hanno all’estero le accademie in Germania e i Conservatori in Francia ?

La domanda di pratica della musica a livello amatoriale è molto alta ma non sempre è alta la qualità dell’insegnamento.

Dall’avvento della riforma si sono attuati importanti cambiamenti nell’insegnamento TRPM con l’introduzione di grandi novità (Ear training, ritmica, Test teoria, dettato polifonico). Il Programma si è notevolmente rivoluzionato rispetto al vetusto teoria e solfeggio, a favore del raggiungimento di una preparazione di base molto più efficace e in linea con le direttive europee. Ammodernamento necessario e sarebbe davvero una grande privazione non prefiggersi di portare avanti quanto fatto .

Nell’Alta Formazione Teoria Ritmica e Percezione e gli insegnamenti ad esso afferenti, proprio perché si reputa sia un apprendimento da assolvere nella fascia pre-accademica, viene relegato ad un ruolo secondario non considerandone invece l’utilità soprattutto per quanto riguarda l’acquisizione di strumenti e pratiche adeguate allo sbocco professionale più frequente che è quello di insegnanti di strumento.

Alla luce delle considerazioni fatte, ciò che si prospetta come soluzione, è necessariamente un nuovo ruolo e funzione della figura del docente di TRPM formatore di altrettanti docenti per la parte riguardante la formazione di base e l’alfabetizzazione musicale. Un lavoro che permetterebbe una maggiore capillarità di alfabetizzazione musicale di livello e qualità, attraverso le nuove figure di docenti sparsi per tutto il territorio. Un’ altra attività potrebbe essere quella di tutoraggio praticata dai docenti di TRPM del Conservatorio ,nelle varie scuole convenzionate con il Conservatorio di riferimento. Siamo un corpo docente di transizione e la riforma è stata fatta a costo zero; sulle nostre spalle è ricaduta la responsabilità di mantenere la nostra grande tradizione musicale e contemporaneamente approntare nuovi piani di studio o meglio – in generale – una nuova concezione della didattica musicale che formi i professionisti della musica che siano concertisti o altro .

Dobbiamo prendere atto che non si formano solo musicisti ma anche fruitori di musica ovvero il pubblico e dobbiamo considerare che c’è troppa discrepanza fra il mondo musicale colto e non.

I Conservatori hanno la pretesa di formare i grandi concertisti ma a quanti sarà dato di praticare il concertismo e quanti ne hanno una reale attitudine ?e invece quanti praticheranno musica per diletto e passione? A volte i cambiamenti possono essere anche occasione di novità positive. Che sia questo il momento ?

Beatrice Campodonico

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