Il Sottosegretario Angela D’Onghia, in risposta all’interrogazione 3-02648 del sen. Franco Conte (AP), oltre a soffermarsi sulla necessità di differenziare la formazione pre-accademica da quella accademica (qui il nostro ultimo articolo), interviene sul problema dell’autonomia e della governance dei Conservatori.

In particolare “rileva una serie di problematiche, a partire dalla diarchia fra presidenti e direttori” e per questo reputa opportuno “che il presidente degli istituti sia eletto dal corpo accademico con un mandato quinquennale e abbia la rappresentanza legale dell’ente, il compito di presiedere il consiglio di amministrazione e poteri disciplinari nei confronti del personale”.

Parole chiare che confermano quanto già detto dallo stesso Ministro sui nuovi poteri che saranno attribuiti al presidente: un presidente eletto! Ma eletto come? Come avviene oggi per il Direttore?

Riascoltando la registrazione dell’intervento del Ministro su questo tema sembrerebbe non trattarsi di una vera e propria elezione. Non vorremmo che ciò che viene annunciato come un processo elettivo, si limitasse alla semplice proposta di una terna di nomi da presentare al Ministro, così come avviene già oggi.

Queste le parole della Giannini su questo punto: “Una presidenza che possa essere eletta dal corpo accademico con un mandato unico di cinque anni, che sia anche una personalità esterna però sempre selezionata all’interno del sistema, dotata di un’esperienza comprovata e di un profilo professionale, requisiti richiesti per la presentazione al Ministro di una terna da cui poi il Ministro nomina”.

In questo quadro il direttore e il consiglio accademico che fine faranno?

La voce del Ministro al Senato quando interviene sul presidente (Audio – durata 2:00)

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