Sono usciti a fine gennaio, ci pare senza particolare attenzione da parte della stampa italiana, i dati elaborati da Eurostat, ufficio statistico dell’Unione Europea,  relativi all’impiego lavorativo in quel settore  che con un termine piuttosto vago e scivoloso definiamo “culturale”.

I dati prendono in considerazione l’intervallo 2011-2016; lo studio considera e comprende sia chi lavora in un settore culturale con un’occupazione culturale (es. un professore d’orchestra in un ente lirico/concertistico), sia chi vi lavora con compiti diversi (es. un impiegato nello stesso ente lirico/concertistico), sia infine chi svolga un’attività culturale in un’azienda che non abbia una mission esplicitamente culturale.

I dati sono da moltiplicare per 1000.

 

Gli ambiti di impiego culturale sono i seguenti:

Printing and reproduction of recorded media, Other manufacturing, Publishing activities, Motion picture, video and television programme production, sound recording and music publishing activities, Programming and broadcasting activities, Other professional, scientific and technical activities, Creative, arts and entertainment activities, Libraries, archives, museums and other cultural activities.

 

Questi, ad esempio, i dati relativi a «Creative, arts and entertainment activities», per cui in Italia si registra una pur lieve crescita:

Questi quelli relativi a «Motion picture, video and television programme production, sound recording and music publishing activities» (in Italia in lieve calo):

Ora per fascia di età. Anzitutto tra 15 e 29 anni (in Italia in calo per valore assoluto, ma in lieve aumento, tra 3,1 e 3,3 in termini percentuali):

Tra 30 e 39 anni (sempre in calo per valore assoluto, da 3,8 a 3,9 in percentuale):

Tra 40 e 49 anni (in calo lieve per valore assoluto, ma stabile in percentuale):

Da 50 a 59 anni (in lieve aumento in valore assoluto, ma in calo da 3,2% a 2,7%):

Infine 64-69 anni, e qui le cose vanno decisamente meglio (3,5-3,7% nei sei anni):

I dati sono anche aggregati per genere. Questa la presenza di lavoratori:

E questa la presenza di lavoratrici:

 

L’ultimo dato è quello relativo al titolo di studio o al grado di formazione. I gradi considerati sono i seguenti:

Less than primary, primary and lower secondary education (levels 0-2)

 

Upper secondary and post-secondary non-tertiary education (levels 3 and 4)

 

Tertiary education (levels 5-8)

 

FONTE: http://ec.europa.eu/eurostat/web/main/home

https://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2018/03/Schermata-2018-03-04-alle-14.37.20.pnghttps://www.docenticonservatorio.org/wp-content/uploads/2018/03/Schermata-2018-03-04-alle-14.37.20-150x150.pngRedazionesliderSono usciti a fine gennaio, ci pare senza particolare attenzione da parte della stampa italiana, i dati elaborati da Eurostat, ufficio statistico dell'Unione Europea,  relativi all'impiego lavorativo in quel settore  che con un termine piuttosto vago e scivoloso definiamo 'culturale'. I dati prendono in considerazione l'intervallo 2011-2016; lo studio considera...