Per facilitare la lettura del testo, ecco i punti principali (assai ripetitivi in realtà, e piuttosto tautologici) delle risposte scritte del Ministro ai quesiti  dei senatori della VII Commissione.

RIORDINO

…individuare anche in Italia, come già avvenuto in Francia, centri di eccellenza per il completamento e il perfezionamento degli studi. Ma questo non vuol dire assolutamente individuare Conservatori di serie A e di serie di B. Un Conservatorio, infatti, potrebbe essere particolarmente apprezzato per la valenza di un percorso di alta specializzazione relativamente ad un determinato strumento o progetto didattico; e questo può dipendere dalle professionalità che operano nell’istituto o dalla particolare tradizione che lega lo studio della disciplina stessa al territorio.È necessario riconoscere e dare rilevanza a queste peculiarità. In tal senso si sta ragionando anche sull’opportunità di una nuova gestione degli attuali Conservatori in un ambito di riorganizzazione territoriale che, tenendo conto di tutte le strutture già esistenti, statali ed ex IMP, possa autonomamente razionalizzare l’offerta formativa nell’ambito di una nuova macro-struttura.

Come già anticipato, stiamo valutando, per far fronte a delle oggettive esigenze del sistema AFAM, quali siano gli strumenti più idonei, normativi e non. Tra questi, ribadisco, stiamo considerando anche i regolamenti ex legge n. 508. In tal caso, i tempi di realizzazione della delega dovranno essere rapidi proprio per far fronte ad un’esigenza sentita dall’intero sistema AFAM e dal Ministero stesso. Un progetto compiuto, che vada al di là del solo problema della stabilizzazione del precariato, che pure esiste, necessita a questo punto dello sviluppo del sistema AFAM partendo da una riflessione sull’esperienza fatta e da una razionalizzazione dell’esistente per poter competere davvero sul piano internazionale. La riorganizzazione vuol dire valorizzazione di quanto esiste. Il sistema attuale è eccessivamente frammentato, ci sono istituzioni dalle dimensioni troppo piccole per poter resistere e competere da sole in autonomia. È necessario riunire sotto il profilo della governance le attuali strutture per gestire la programmazione dell’offerta formativa nel territorio in modo razionale.

RECLUTAMENTO, PRECARIATO E STATO GIURIDICO

Ritengo da sempre che il modello di reclutamento degli ISIA costituisca una interessante best practice per l’AFAM, nonostante alcune questioni rimaste aperte sulla contrattualistica. Di tale modello intendo comunque tener conto nella prevista riforma del reclutamento [ricordiamo che negli ISIA operano 9 docenti di ruolo e 227 a contratto…]

Nell’ambito del regolamento sul reclutamento del personale potrebbe trovare anche spazio un regime transitorio per completare il quadro delle assunzioni in ruolo rimaste di cui alla l. n.143 del ‘04 e delle graduatorie GNE (graduatorie nazionali ad esaurimento) e GET (quelle per titoli ed esami), che, complessivamente, riguardano circa 800 persone.

[Riguardo alla 128] Nel disciplinare le nuove procedure di reclutamento si terrebbe certamente conto dei titoli posseduti dai candidati, tra cui la presenza in graduatorie nazionali, valorizzando altresì le esperienze di docenza già maturate e assicurando nel contempo una adeguata valutazione delle esperienze professionali extra accademiche e internazionali.

Si deve tener presente che il Ministero ha provveduto alla immissione in ruolo di 167 unità di docenti nell’anno academico 2014/15 e si appresta a chiedere l’autorizzazione per l’assunzione di altre 160 unità circa per gli anni accademici 2015/16 e 2016/17.

Il supposto conflitto tra precari dei Conservatori statali e professori dei pareggiati non mi pare trovi riscontro nei fatti e comunque raffronta problematiche e situazioni separate.

No. [La decontrattualizzazione dei docenti AFAM] non è stata contemplata. Attualmente, lo stato giuridico (e le caratteristiche, nonché le procedure per il reclutamento) dei professori universitari e dei docenti AFAM è profondamento diverso, in quanto il primo è a regime pubblicistico e il secondo a regime contrattuale.

PRE-ACCADEMICI E SISTEMA SCOLASTICO

Coerentemente al ruolo relativo alla formazione permanente e ricorrente attribuita dal regolamento didattico di cui al D.P.R. 8 luglio 2005, n. 212, i Conservatori dovranno sicuramente curare la preparazione artistico-musicale conclusiva della formazione di base professionalizzante, anche mediante forme di collaborazione con i licei musicali territoriali per riconoscere agli studenti particolarmente indirizzati verso studi musicali specialistici la possibilità di sviluppare le proprie competenze attraverso un approfondimento degli studi presso i Conservatori.

Saranno fondamentali forme di collaborazione “strutturata” tra sistema istruzione e Istituzioni AFAM. I lavori sull’attuazione del principio di delega si stanno muovendo proprio in questa direzione.

GOVERNANCE 

Rispetto a questo tema, ossia quello delle figure di governo del sistema AFAM, una scelta orientata verso la costituzione di strutture di dimensioni più consistenti (attuali conservatori ed ex-IMP raggruppati su base territoriale o Politecnici delle arti ove possibile) permetterebbe di assicurare al sistema una “Governance” assimilabile a quella dell’università, che sarebbe altrimenti difficile da configurare per istituzioni di piccole dimensioni. Su tali basi, si può pensare ad un Direttore/Presidente, ad un Direttore Amministrativo sul modello del Direttore Generale dell’università, ad un Consiglio di amministrazione ed ad un organo didattico con le competenze del Consiglio Accademico.

Il vertice delle Istituzioni potrebbe essere elettivo, scelto tra i professori di prima fascia. Il Consiglio di amministrazione dovrebbe essere composto anche da personalità esterne alle Istituzioni, certamente dotate di esperienza nel campo gestionale. Dovrebbe altresì rimanere il Consiglio accademico, quale organo di rappresentanza elettiva del corpo docente e degli studenti.

La disposizione di cui al comma 27 dell’articolo unico della legge 107, come noto, ha carattere transitorio, per cui sarà certamente necessario valutare la ricostituzione del CNAM.

 

 

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