Facciamo il punto sulle audizioni in Senato in margine al DDL 322 (Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati). La Commissione ha audito finora la Conferenza dei Direttori dei Conservatori di Musica, una rappresentanza dei Presidenti degli Istituti Musicali ex-pareggiati, l’A.N.C.I, il Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca dott.Mancini, CGIL-CISL-UIL; la settimana prossima toccherà a UNAMS, Conferenza dei Presidenti, Conferenza delle Regioni, Gruppo di discussione e proposta docenti 128 ABA.

Sul tema centrale del riordino del sistema dell’Alta Formazione Musicale, alla luce dei documenti a oggi resi disponibili dal sito del Senato, ricapitoliamo le posizioni fin qui espresse di fronte ai membri della VII Commissione:

Conferenza dei Direttori:

«Mantenimento di tutte le sedi, intendendo i luoghi fisici ove oggi operano i Conservatori statali e non statali. […] In queste sedi si svolgeranno i corsi di studio e tutte le attività di produzione e di ricerca in base alla programmazione dell’istituzione (si veda punto 2) di cui ogni sede farà parte».

[Si chiede pertanto di salvaguardare i soli edifici, da utilizzare per le attività formative decise dalle nuove istituzioni di cui al punto seguente].

«Creazione di nuove istituzioni (Conservatori superiori), aventi piena autonomia e organi di governo di tipo universitario, raggruppanti più di una delle sedi di cui al punto 1 e governate da organismi unici (direttore, C.d.A., consiglio accademico, ecc.). Per quanto riguarda il numero di queste istituzioni superiori si ritiene esso debba essere simile o proporzionale a quello dei Conservatori superiori oggi esistenti nei paesi europei più simili al nostro (p.e. Spagna e Germania)».

[Con questa proposta da un lato verrebbero chiusi tutti gli attuali Conservatori, intesi come istituzioni autonome con i propri organi di governo e i propri insegnanti, dall’altro si costituirebbero dei Conservatori superiori che gestirebbero le diverse sedi territoriali. Il riferimento alla Spagna e alla Germania ci induce a pensare che queste nuove istituzioni potranno essere  forse tra le 20 e le 30].

«Garantire alle future nuove istituzioni superiori (i Conservatori pienamente “riformati”) la filiera professionalizzante, dalle attività pre-AFAM non ordinamentali “propedeutiche”, attività previste dal Regolamento didattico DPR 212/2005, da legittimare e “regolarizzare” attraverso la delega prevista al comma 181, lettera g/5, della L. 107/2015, a tutti i corsi accademici specifici della missione del Conservatorio riformato (DPR 212/2005: diplomi accademici di I e II livello, specializzazione, perfezionamento, formazione alla ricerca)».

[La proposta non fa nessun riferimento agli attuali corsi pre-accademicilimitandosi ad immaginare una filiera professionalizzante che, prima della formazione accademica, preveda solo delle “attività propedeutiche” da “regolarizzare” (uno, due o tre anni?)]. 

«Si richiama l’attenzione sul fatto che l’ordinamento del Biennio deve essere correlato (cfr. art. 5, comma 4 del DPR 212/2005) con le intenzioni del Ministro riguardanti la programmazione e lo sviluppo del sistema, che si auspica vengano attuate dando ai Conservatori la possibilità di competere con le altre istituzioni europee di alta formazione musicale».

Qui di seguito i link ai due documenti della Conferenza dei Direttori:
PropostaDecreti mancanti

Federazione CISL Università:

Nessun cenno al riordino territoriale, richiesta di dare «definitivamente una dignità, culturale e giuridica, paritaria della docenza Afam a quella della docenza universitaria anche per evitare tutti i tentativi, che continuamente si mettono in campo anche da parte di alcune sigle sindacali o gruppi di interesse, di riversamento del sistema Afam in quello universitario».

ANCI:

«Dovrà essere assicurata una adeguata presenza territoriale delle istituzioni AFAM che garantisca razionalizzazione e funzionalità istituzionale, formativa ed economica ed alti livelli qualitativi […] Relativamente al riconoscimento di Conservatorio autonomo, o in subordine, la trasformazione in sezione staccata o l’accorpamento ad altro istituto, si deve tenere conto delle situazioni storicamente e culturalmente consolidate, che hanno portato a significativi risultati sul piano della qualità formativa degli allievi e rappresentano un forte legame identitario, sia pure con specificità diverse, con le Città, i territori e le Regioni di appartenenza, in rapporto anche alla distribuzione degli allievi sul territorio regionale […] Deve inoltre essere supportato il legame tra il percorso in ambito scolastico e il pre-accademico che non può essere scorporato completamente dal percorso accademico».

[L’A.N.C.I. esprime l’auspicio che gli Istituti storicamente più radicati nel territorio non perdano i legami identitari con città e regione di appartenenza].

Rappresentanza dei Presidenti degli Istituti Musicali ex-pareggiati:

«Il percorso accademico articolato in triennio e biennio (da rendere ordinamentale) non può essere separato, come accade in ogni percorso di laurea universitaria. Ma nello spirito di una riorganizzazione può essere prevista per alcuni corsi accademici di secondo livello una distribuzione su base regionale o interregionale a seguito di accordi programmatici tra i Conservatori […]  Il percorso accademico deve essere completato con l’istituzionalizzazione del livello del dottorato di ricerca, che dovrebbe essere riservato a un numero ristretto di Conservatori, equamente distribuiti sul territorio». I Presidenti propongono poi dei «criteri non esaustivi per la valutazione delle scelte organizzative di tutti gli Istituti non statali e statali da ricomprendere nel processo di riorganizzazione».

 

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